giovedì 17 dicembre 2009

Pacco bomba alla Bocconi di Milano, la Piredda commenta



La vice responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti: “No al clima di violenza che si respira. Servono dialogo e toni moderati”



Milano – “Gli episodi di violenza o le intimidazioni sono ormai all’ordine del giorno, ma anche gli atti solo dimostrativi sono assolutamente da condannare”. Questo il commento della vice responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti, Maruska Piredda, circa il ritrovamento, mercoledì mattina, di un ordigno parzialmente esploso all’università Bocconi di Milano.


La rivendicazione, giunta sottoforma di volantino al quotidiano Libero, è firmata «Federazione Anarchica Informale», un gruppo eversivo che chiede l’immediata chiusura dei Cie (Centri di identificazione ed espulsione). L’ordigno rudimentale ha causato pochi danni probabilmente per l'imperizia con la quale il detonatore elettrico è stato fabbricato.


“La politica è degenerata nei toni e ultimamente il governo ha fatto delle scelte drastiche nei confronti degli immigrati – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -. Se noi inseriamo queste decisioni discutibili nel contesto sociale in cui viviamo, in cui la cultura media della persona è più alta rispetto a 50 anni fa, la risposta è ovviamente diversa e più pericolosa”.


Lo stesso ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha ribadito che non bisogna sottovalutare l’episodio perché riconducibile a un clima di esasperato scontro che va ridimensionato. “La gente ha bisogno di essere ascoltata – conclude la Piredda -. Questi atti deplorevoli nascono anche perché la multietnicità è un fattore oggettivo che esiste e va tutelato. Se si usassero toni meno aspri anche le risposte sarebbero meno violente”.

mercoledì 2 dicembre 2009

Rifiuti sepolti a Varese, il commento dell’Italia dei Diritti


Ad analizzare il caso Alberto Maria Vedova e Maruska Piredda, rispettivamente responsabile per l'Ambiente e viceresponsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti

“Ancora una volta l’Italia dimostra come non sia in grado di gestire e controllare i rifiuti in modo sostenibile, mettendosi al passo con le altri nazioni”. Queste le prime parole di Alberto Maria Vedova, responsabile per l’Ambiente del movimento Italia dei Diritti, riguardo all’ennesima operazione di polizia che ha posto sotto sequestro una enorme zona di Menzago, frazione di Sumirago, dove giaceva una vera e propria discarica di rifiuti estesa per oltre cento metri cubi. I rifiuti erano interrati, nascosti sotto un piccolo strato di terreno. Le indagini da parte delle forze municipalizzate che si occupano del territorio hanno portato al sequestro dell’area e alla denuncia dello scaricatore abusivo. Il materiale da costruzione oltre a rifiuti generici anche inquinanti venivano depositati, bruciati e infine interrati sotto strati di terra da coltura. “È davvero sconcertante il numero e la percentuale di reati ambientali in Italia – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - Mi chiedo come sia possibile lasciare scaricare in terre da coltura rifiuti di ogni genere, anche pericolosi, come lampadine o pile che contengono sostanze molto nocive per l’ambiente e di conseguenza per la salute come il cadmio, zinco o il mercurio. Ma quello che stupisce ancor di più – incalza Vedova – è come delle persone non si rendano conto della pericolosità delle loro azioni. Persone che forse non hanno una coscienza”. Gli fa eco la viceresponsabile per la regione Lombardia, Maruska Piredda, che puntualizza sul problema della gestione dei rifiuti: “Abbiamo sempre avuto difficoltà nello gestire questo settore. Lo dimostra la situazione di Napoli di poco tempo fa. Sarebbe dovuto cambiare qualcosa ma sembra proprio che nulla sia successo. Inquinare la terra significa inquinare l’acqua e il cibo con conseguenze sulla catena alimentare. A differenza di Paesi come la Germania o la Danimarca che ricavano energia e quindi soldi dai rifiuti, in Italia, se non viene nascosta, l’immondizia è spedita all’estero. L’Italia dei Diritti chiede un impegno concreto da parte delle istituzioni e maggiori controlli”.

venerdì 27 novembre 2009

Sequestro Grana Padano a Brescia, il commento di Criseo



Il responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti: “Necessari più controlli per prevenire truffe del genere”






Brescia, 27 novembre 2009 - “Alla luce di questo nuovo sequestro di generi alimentari, chiedo che più forze siano chiamate in causa per far fronte a questa piaga. Occorre inoltre una mappatura più dettagliata sul percorso che ogni prodotto fa dal momento in cui esce dal proprio stabilimento fino al momento in cui viene distribuito nei supermercati”. Queste le dichiarazioni rilasciate da Giuseppe Criseo, responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti, a seguito del sequestro da parte dei N.A.S. di 21 tonnellate di Grana Padano D.O.P. prodotte da un caseificio della provincia bresciana. I reati contestati al produttore riguardano le carenze igieniche dei locali di stagionatura e l’omessa attuazione di sistemi di autocontrollo aziendali, tesi a certificare il rispetto delle procedure igieniche di lavorazione dei formaggi. Già nel luglio scorso, sempre in provincia di Brescia, sono stati sequestrati 8000 kili di formaggio scaduto.



“In questi giorni – fa notare l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – ho potuto constatare di persona che in vari supermercati lombardi ci sono elevati sconti sui prodotti grana. Dopo l’episodio di oggi, chiedo che le autorità si attivino per indagare su ciò che viene servito nelle nostre tavole. Salvaguardiamo la salute dei consumatori”.