lunedì 18 aprile 2011
Scandalo tessere Aci a Milano, l’indignazione di Criseo
Il responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti: “Ancora una volta, ci troviamo di fronte ad una logica clientelare portata avanti dalle famiglie che contano”
Milano - Per conquistare il controllo della Sias, la società che si occupa della gestione del circuito automobilistico di Monza e che fa girare circa cinque milioni di euro l’anno tra sponsor, appalti e gran premio, occorre vincere le elezioni dell’Automobile club di Milano.
L’11 febbraio dello scorso anno il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, nomina commissario straordinario dell’Aci milanese Massimiliano Ermolli, figlio di Bruno, dirigente amico di Silvio Berlusconi, ma soprattutto socio e consigliere della società Sin&ergetica, da anni consulente di Aci.
Da questo momento, in poco meno di due settimane, si verifica un’impennata di sottoscrizioni al club che permettono la candidatura alle elezioni della lista di Geronimo La Russa, figlio del ministro della Difesa, di Eros Maggioni, compagno del ministro del Turismo e dello stesso Ermolli jr che avrebbe dovuto gestire la competizione. Tant’è vero che Massimiliano Ermolli, per presunti vizi di forma, ha escluso l’unica lista concorrente alla sua, “La lista per la trasparenza”.
Oggi, a circa un anno da quelle 182 iscrizioni improvvise, che rientrano nella vicenda della “parentopoli Aci”, su cui pendono attualmente un ricorso al Tar ed un paio di esposti, di quelle tessere non ne è stata rinnovata nemmeno una.
Giuseppe Criseo, responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti commenta la notizia con queste parole: “Niente di nuovo sotto il sole. Ancora una volta, ci troviamo di fronte ad una logica clientelare portata avanti dalle famiglie che contano e che sono inserite, da sempre, nella classe dirigente del Paese. Questi continuano a fare il bello e il cattivo tempo, dimenticandosi della maggior parte delle famiglie italiane che si trova a scontrarsi con i problemi reali di una crisi economica, di cui non si riesce a scorgere la fine”.
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giovedì 13 gennaio 2011
Piredda su direttore ASL di Milano fotografato con boss ‘ndrangheta
La vice responsabile per la Lombardia dell’ Italia dei Diritti: “Bisognerebbe che coloro che governano dimostrassero un po’ più di severità nelle nomine di posizioni di potere”
“ Ci vuole serietà nella scelta dei candidati per incarichi strategici e di potere”. Questo è il primo commento della vice responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti, Maruska Piredda alla notizia della mobilitazione in corso contro la nomina di Pietrogino Pezzano, “promosso” dal governatore Roberto Formigoni da direttore generale dalla Asl di Monza e Brianza alla più estesa Milano 1. Pezzano è stato sorpreso dai Carabinieri e fotografato mentre era in compagnia di due affiliati ai clan della 'ndrangheta (poi successivamente arrestati), nel corso di un’indagine della Direzione distrettuale antimafia per la maxi inchiesta “Infinito”, che si è appena conclusa con 175 decreti di giudizio immediato.
Il Presidente della Lombardia sembra non volere tornare sui suoi passi, ed oltre a parlare di un caso senza evidenze rammenta anche che si tratta di una nomina decisa da tutta la giunta all’unanimità. Tuttavia la Piredda ribatte ricordando che “è vero che la nomina viene decisa da tutto il consiglio, ma in quanto consigliere regionale, oltre che rappresentante dell’Italia dei Diritti, mi sento di dire che è difficile che gli assessori nominati e scelti dal Presidente della Regione optino per delle scelte che siano in netto contrasto con quelle del Presidente stesso; è un fatto che accade molto raramente”.
L’esponente del movimento extraparlamentare fondato da Antonello De Pierro continua la sua attenta analisi ed evidenzia alcuni punti importanti affermando che “purtroppo la regione Lombardia sembra essere diventata uno dei maggiori punti di riferimento, per quanto riguarda la collusione con la mafia e con la ‘ndrangheta. Quindi se c’è solo un ragionevole dubbio in primo luogo è necessario che questo dubbio venga chiarito anche se tuttavia c’è da sottolineare che la persona non è stata iscritta nel registro degli indagati e quindi non si possono prendere decisioni sulla base di presupposizioni”.
La Piredda conclude: “C’è un problema di fondo: è la politica che purtroppo decide chi deve ricoprire un determinato ruolo anziché un altro. Queste nomine che riguardano soprattutto la sanità ma anche la scuola e altre istituzioni sociali, dovrebbero essere fatte esclusivamente sulla base di concorsi e con criteri meritocratici. Non devono essere un pagamento e/o un tributo a chi in campagna elettorale ha dato un mano perché altrimenti si andrà sempre a scadere in questo paese e non si riuscirà mai ad uscire da quel circolo vizioso che la politica va ad incrementare quando fa scelte di questo tipo. Non giustifico il fatto che posizioni del genere, come in questo caso in una ASL, vadano a rappresentare delle posizione politiche e non delle assegnazioni risultanti da criteri riconducibili alla competenza, alla qualità e all’efficienza” .
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